Il mistero del diamante Blue Hope

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Tra i gioielli più belli e allo stesso tempo più misteriosi del mondo c’è sicuramente il Diamante Hope. Il Blue Hope non è in realtà il più grande diamante blu al mondo (è il quarto), ma è il più grande se si considerano solo i diamanti blu intenso, colore dovuto alle tracce di boro. Il mistero iniziò nel XVII secolo, quando il grande avventuriero francese Jean Baptiste Tavernier fu avvicinato in India da uno schiavo che voleva mostrargli qualcosa di molto interessante.

Lo schiavo gli mostrò un diamante raccontando che probabilmente era collocato nell’occhio di un idolo sacro. Era una pietra azzurro-grigiastra di 110,50 carati, che a prima vista sembrava essere uno zaffiro. Ma Tavernier intuì immediatamente di avere tra le mani il più grosso diamante blu al mondo.

Tavernier acquistò la pietra e la portò a Parigi, dove la vendette nel 1668 al re Louis XIV che ne ricavò una gemma a forma di goccia triangolare dal peso di 69,03 carati: era la nascita della leggenda di un diamante destinato a diventare celebre, il French Blue (anche detto il Tavernier Blue).

La maledizione legata al “French Blue” partì subito: i successivi proprietari della pietra, il principe di Lambaille e Marie Antoinette furono entrambi ghigliottinati durante la rivoluzione francese.

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Il diamante scomparve per molti anni, probabilmente sottratto e nascosto durante la rivoluzione. Non se ne seppe nulla fino al 1812, quando apparve tra le mani di un commerciante di diamanti di Londra, Daniel Eliason, un diamante di un intenso blu-grigiastro di 44,50 carati, senza dubbio ricavato dal French Blue.

Nel 1824 il banchiere inglese, Henry Thomas Hope, acquistò il French Blue, che da qui cambiò nome. Il Blue Hope fu ereditato da Lord Francis Pelham Clinton Hope, che lo regalò a sua moglie May Yohe. La maledizione continuò: il lord fu abbandonato e andò in bancarotta, mentre la sua ex-moglie morì sola e in povertà.

Il successivo proprietario di cui se ne abbia notizia fu Abdul Hamid II, sultano di Turchia, soprannominato Abdul il Dannato, che acquistò la pietra da un gruppo di commercianti di diamanti per 450 mila dollari. Il sultano regalò la pietra a Subaya, una delle sue 237 donne. Subaya fu in seguito scoperta a tramare contro il sultano e fu decapitata, Abdul Hamid II fu invece spodestato e privato delle sue ricchezze.

Blue Hope fu sfoggiato dalla nuova proprietaria, Mrs McLean, in tutte le occasioni mondane che si svolsero a Washington fino al 1947, anno in cui morì suicidandosi. Il gioiello fu poi acquistato da Henri Winston che nel 1958 lo donò allo Smithsonian Institute di Washington, il luogo dove tuttora è esposto questo splendido e unico diamante. Qui la maledizione cessò, forse perché il diamante non è più in mano alla brama di ricchezza.

Il Blue Hope, con un valore stimato tra i 200 e i 250 milioni di dollari, è oggi la pietra più ammirata di tutto lo Smithsonian.